ATTUALITA’ / I destinatari dei finanziamenti pagati dai partiti.
Fonte: Elaborazione “L’Espresso” sulle liste della Camera 2008
In passato a fare e disfare i partiti ci pensavano le ideologie, o la crisi delle stesse. Oggi i partiti più piccoli esistono in relazione al loro rapporto con quelli più grandi e forti, che ne decretano la sopravvivenza a suon di soldi. Partito chioccia per eccellenza nel 2008 è stata Forza Italia, che munificamente ha distribuito ricchezze, in tutto circa 4 milioni e mezzo di euro, fra ben otto partiti pulcini e iniziative dalle tendenze politiche più trasversali: dall’estrema destra, l’Azione Sociale di Alessandra Mussolini, alle due ultra-centriste democrazie cristiane rivali di Gianfranco Rotondi e Giuseppe Pizza fino alla “sinistra” del Nuovo Psi di Stefano Caldoro, e dei socialdemocratici di Rinascita Socialdemocratica (il partito che cambia nome ogni anno). Per finire con un approccio “glocal”: dagli Italiani nel Mondo al comitato Vota sì per la Sardegna. Certo, in fondo si è trattato di una vera e propria campagna acquisti, visto che di tutti i partiti nominati non ce n’è uno che non sia poi confluito in un modo o nell’altro nel gran calderone del Popolo della libertà. S’è invece rivelato più un affitto che un acquisto l’alleanza elettorale dei radicali da parte del Pd: nonostante l’allora partito di Veltroni abbia versato 630 mila euro alla Lista Pannella, alle prossime europee Bonino e soci correranno da soli. Diversa la questione per Rifondazione, che a Sinistra Democratica ha anticipato 450 mila euro per agevolarne la fuga dal Pd.