ATTUALITA’ / Per Sky vale metà del fatturato pay per view. Quanto calcio e cinema assieme. Ma i ricchi incassi dell’hard fanno gola a molti. E con il digitale si moltiplicano le emittenti che offrono film per adulti.
Cala la notte, telecomando in mano. Si sveglia un popolo a caccia di gemiti in dolby surround e ritmati movimenti pelvici in alta definizione. Sono tre milioni di italiani quelli che, stando alle stime de ‘L’espresso’, hanno comprato almeno un film porno nell’ultimo anno. In cielo sul satellite, come da un po’ anche in terra sul digitale. Tanto che alcuni operatori prevedono il boom in vista del 2012 (anno in cui si spegnerà la vecchia televisione analogica): cinque milioni di pornoconsumatori. E non solo nottambuli, visto che la nuova frontiera è uscire dal ghetto delle tenebre. Sky sta per partire con un servizio 24 ore su 24, come già Fastweb. Anche perché la privacy (e la tutela dei minori) è ormai garantita al 100 per cento da schede anonime e una giungla di pin.
È certamente un business che prospera con la privacy. Fonti ben informate fanno sapere che il fatturato annuo del ‘porn-per-view’ Sky è di 45 milioni di euro. Briciole, forse, rispetto ai 2,6 miliardi del colosso murdochiano, ma pur sempre la metà dell’incasso complessivo pay-per-view (90 milioni): come a dire che il ‘vietato’ da solo conta quanto i blockbuster hollywoodiani e le partita della squadra del cuore messi assieme.
Che il porno satellitare tiri ancora, e tanto, lo dimostrano le locandine a tripla X che negli ultimi tempi hanno fatto capolino sul telecomando Sky, con pellicole sempre più variegate nei generi (da hot class a hot trans, passando per hot bizarre), e titoli ormai non più censurati ma poeticamente espliciti (cioè hard). E lo conferma una ragazza del call center: “Su dieci chiamate che ricevo”, spiega, “in media 4-5 riguardano l’accesso ai film per adulti. C’è persino chi è arrivato a spenderci 300-400 euro al mese, lo vedo dalle fatture. Poi non tutti sanno usare i nuovi sistemi per coprire le proprie tracce, così a volte chiama la moglie e ti chiede: cos’è la voce ‘altri eventi’?”. In realtà basterebbe andarsi a comprare una scheda prepagata, cosa che oggi si può tranquillamente fare senza complicazioni.
I profitti di Sky fanno gola a molti. Soprattutto a Marco Crispino, proprietario di Conto Tv, l’unica emittente che sul satellite si permette di fare concorrenza hard a Murdoch. Il modello è elementare ma efficace: tette e pallone. Di giorno i tre canali trasmettono partite di calcio (Coppa Italia, Serie B, Europa League) o basket, ma dopo le 23 si trasformano. I nomi la dicono tutta: si va da Superpippa Channel, porno-generalista, al più estremo Sin, che manda in onda film trans, lesbo, fetish e sadomaso. Senza dimenticare Pay Per Wide, canale in 16/9, pensato per chi non vuole perdersi nemmeno un dettaglio. “E presto partiremo con un’offerta gay”, aggiunge entusiasta Crispino. Il tutto a prezzi più bassi di quelli Sky: da uno a cinque euro a notte rispetto ai dieci della concorrenza.
Stesso modello di Conto Tv, ma stavolta sul digitale terrestre, è quello di Dhalia, emittente nata dalle ceneri del digitale di La7, che ha cominciato le trasmissioni da poco. Eredità che ancora conta, visto che il 9 per cento del capitale è in mano a Telecom mentre la maggioranza è posseduta da fondi svedesi e americani. Sarà la presenza della compagnia telefonica, sarà l’emancipazione scandinava, sta di fatto che sul porno la tv cerca di tenere un basso profilo, preferendo pubblicizzare gli eventi sportivi che manda in onda. Tanto fra gli amatori conta il passaparola. E infatti, come sempre accade, chi compra la smart card non rinuncia alle fantasie notturne: lo dimostra il fatto che sul mezzo milione di tessere vendute finora, più della metà ha dato l’assenso per la visione dei canali Adult.
La pornostar Jesse Jane
Ma sul digitale c’è anche chi ha scelto di ‘andare all in’ sulle pellicole erotiche. Sono i duri e puri del porno. Come Glamour Plus, che per i suoi tre film a notte fa un’offerta da saldi: 30 euro per sei mesi d’abbonamento.
“La terremo anche per tutto il 2010”, spiega il direttore generale Vincenzo Renzetti, “perché i risultati ci stanno dando ragione. Da febbraio dello scorso anno, quando siamo partiti, abbiamo venduto mezzo milione di schede a circa 350 mila italiani”. Sulla stessa scia, da quattro mesi è partita anche Nitegate, del gruppo Odeon di Raimondo Lagostena Bassi, che punta a toccare quota 100 mila di prepagate. Insomma, tutti pazzi per il business della lussuria ‘a telecomando’. “Trasmettere porno è molto più economico del calcio, visto che non c’è l’esclusiva”, chiarisce Crispino. Infatti, una delle accuse che si fa ai signori del sesso televisivo è di vendere a caro prezzo un prodotto che costa poco, guadagnandoci molto. Accusa che però tutti gli interessati respingono al mittente, assicurando la ‘grande qualità’ delle proprie pellicole. Se li stai a sentire: roba raffinata, da intenditori. Un porno ‘d’essai’.
Per lo spettatore dell’hard, evidentemente, è un momento d’oro: tra satellite e digitale terrestre, l’offerta non è mai stata tanto vasta e la spesa così contenuta. Non va altrettanto di lusso all’industria del porno, ossia quella di chi i film li gira e li produce.
Riccardo Schicchi
Come Riccardo Schicchi, lo Hugh Hefner italiano, che dopo aver proposto il suo marchio di erotismo attraverso ogni possibile canale di comunicazione (dal vivo, in tv, vhs, dvd, al telefono, via parabola, via Internet, e come qualcuno ricorderà, perfino via radio) oggi è costretto a oscurare il suo Diva Futura Channel su Sky (“Ormai troppo alto il canone annuale”), e con il digitale terrestre vede avvicinarsi un momento critico per il settore, schiacciato dal porno gratis su Internet. “Quando vado alle fiere, trovo sempre più produttori che hanno cambiato lavoro. E quelli che ancora restano si rivolgono a questi nuovi canali come ultima boccata d’aria, vendendo i propri contenuti sottocosto. Io sto finendo di girare ‘I segreti di Moana’, ma non ho grandi speranze per il futuro”. E la nuova pornotax, che dà allo Stato un quarto dei vostri profitti? “È arrivata tardi: l’industria del porno sta già morendo di suo”. Sesso, politica e tv: “Una vera sfortuna, proprio quando il nostro premier Berlusconi ha nobilmente dimostrato che fare le feste con le escort non è un peccato. Sarebbe stato il momento più eccitante nella storia dell’eros in Italia”.
(L’Espresso, 16/10/2009)