ATTUALITA’ / Colloquio con Marco Follini
Marco Follini
“Il doppio incarico non è solo una questione di doppi stipendi. È il sintomo della tendenza alla concentrazione dei poteri nella politica italiana”. Marco Follini, senatore del Pd e presidente della Giunta delle elezioni a Palazzo Madama, sta conducendo una battaglia per sanare la piaga dei doppi incarichi in Parlamento. Lo fa presentando un disegno di legge bipartisan insieme ad Andrea Augello del Pdl e Gianpiero D’Alia dell’Udc. Progetto che al momento però non ha suscitato grandi entusiasmi nel resto dei suoi colleghi. “Se la politica è rappresentanza di interessi dichiaratamente di parte, non possiamo consentire che una parte schiacci l’altra grazie alla sua preponderanza di cariche. Quindi dovremmo favorire una contesa più equa, evitando quella concentrazione che una volta non c’era”.
A che si riferisce?
“C’era un antico costume ai tempi della prima Repubblica che suggeriva, e qualche volta imponeva, l’incompatibilità. Penso a Umberto Tupini a Roma, e a Valerio Zanone a Torino, ossia a persone che al bivio tra l’incarico di sindaco e quello di parlamentare hanno scelto il primo. Poi è arrivato Cammarata”.
E in quel solco s’inserisce Brunetta.
“Il fatto è che è difficile fare bene due o tre cose contemporaneamente. Ma il punto cruciale è che il nostro ordinamento prevede una struttura periferica, con la sua autonomia, che deve far valere il suo peso non tanto perché veste i colori del ministro o del campione della politica nazionale, ma perché esprime la sua forza. Una dialettica è necessaria, altrimenti gli interessi del centro prevalgono”.
E i doppi incarichi Stato-impresa?
“Al cuore c’è un’idea aziendalista secondo cui si governa meglio cumulando incarichi e creando sinergie. Questo nelle imprese avrà una sua logica, ma in politica, dove le controversie sono maggiori, si deve rispettare un principio di pluralismo, e non uno gerarchico”.
(L’Espresso, 19/2/2010)