RECENSIONI / Scientology è entrata per alcuni anni nelle scuole italiane come ente formatore sotto le vesti di “Applied Scholastics” quando Letizia Moratti era ministro dell’Istruzione, mentre l’agopunturista ed ex dipietrista Scilipoti ha fondato il “movimento olistico” facendosi consigliare dal gruppo piemontese di Damanhur. Le sette sono tra noi e fanno proseliti: rappresentano grandi network, hanno bisogno della politica e intrecciano rapporti di scambio. Soprattutto, promettono felicità immediata: saranno le religioni di domani? E’ la domanda alla quale tentano di rispondere Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, autori del libro-inchiesta “Occulto Italia”. Viaggio in un mondo invisibile: nel quale si entra facilmente, spesso restandone coinvolti. E senza una legge che tuteli chi vuole andarsene.
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«Da una comunità religiosa – scrive Beppe Grillo nel suo blog – si può uscire liberamente, senza essere perseguitati, senza subire uno stalking; da una Hamletsetta invece no. In Scientology c’è una divisione apposita destinata al recupero dei fuoriusciti, il Dipartimento 20». Un mondo nascosto, rivelato nel libro “Occulto Italia”, che è frutto dell’interesse degli autori per l’universo delle sette, nato all’epoca di un reportage firmato con Tommaso Cerno su “L’Espresso”, proprio sul network mondiale di Ron Hubbard, il cui “celebrity center” ha reclutato propagandisti del calibro di Tom Cruise e John Travolta. «Ogni setta ha la sua verità e dispensa le sue sicurezze», continua Grillo, «e in un mondo con sempre meno punti di riferimento, si diffonde con una facilità sbalorditiva». Facile arrivare, più difficile andarsene: «Provate a uscire dall’Opus Dei se ci riuscite, solo per fare un esempio».
Proprio il Dipartimento 20 di Scientology si occupa peculiarmente di dissuadere chi è intenzionato a lasciare il gruppo: “Occulto Italia” ricorda le indagini della Procura di Torino e il sequestro di dossier con «nomi di personaggi famosi che nel passato si sono dimostrati molto critici nei confronti di Scientology», come il parlamentare Pd Luciano Violante e don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele. «Si tratta di un’opera di dossieraggio – dicono Del Vecchio e Pitrelli – che vuole essere utilizzata per in qualche modo condizionare i nemici di Scientology». Nel libro tuttavia non esistono notizie di reato, per il semplice fatto che in Italia la manipolazione mentale non costituisce violazione di legge: c’è una “squadra anti-sette” nata per tutelare il cittadino, ma è priva di strumenti legislativi come invece quelli di cui si è dotata la Francia con la legge About-Picard, che Tom Cruise e John Travoltaargina il fenomeno intervenendo su manipolazioni che potrebbero confinare col plagio, la truffa e la circonvenzione d’incapace.
In realtà, fra gli aderenti alle sette italiane figurano avvocati, commercialisti, liberi professionisti e imprenditori: «Parlando con i fuoriusciti – raccontano gli autori di “Occulto Italia” – abbiamo incontrato anche persone con grande spessore culturale». Il fenomeno rischia di proliferare «perché ti regala qualcosa che quasi tutti vogliono: la certezza del raggiungimento della felicità pronta cassa». Una chiave di lettura per capire il mondo delle sette, osserva Stefano Pitrelli, è di collocarle cronologicamente in riferimento alla loro data di nascita: Scientology per esempio è figlia degli anni ‘50, della guerra fredda e di un forte connotato anticomunista, mentre altre organizzazioni come Damanhur sono nate negli anni ’70, dalla cultura dei “figli dei fiori” che spingeva la gente nelle “comuni”.
E’ un vasto arcipelago, con ramificazioni che si intrecciano con la politica, le imprese, il mondo dello spettacolo e persino quello della scuola: solo nel 2008 il ministro prodiano Beppe Fioroni potè revocare l’accredito per la formazione ad “Applied Scholastics”, «uno dei gruppi di facciata di Scientology», introdotto tre anni prima nel sistema formativo italiano dall’allora ministra Moratti. Anche così, le sette prosperano: per lo più nell’ombra. Salvo dotarsi di organi di stampa, siti web e blog, ma soprattutto uffici stampa e uffici di relazioni con il pubblico: «Alcuni li chiamano “uffici Berlusconi e Dell’Utriper i rapporti con l’estero” come se il mondo al di fuori di queste organizzazioni fosse un altro paese».
Peccato che certe sette siano italianissime. E se non sono sette, perlomeno vi assomigliano molto. Come alcune iniziative promosse da Marcello Dell’Utri, che prima crea i “circoli del Buon Governo” per «spezzare l’egemonia culturale della sinistra», poi fonda una “università del pensiero liberale” e quindi dà vita a un progetto realizzato da Fininvest in collaborazione con Ovo, la società di Andrea Pezzi, ex Vj «che è anche adepto vip dell’ontopsicologia». In uno dei suoi ultimi libri, “Fuori programma”, Pezzi rivela che l’obiettivo del progetto Ovo è la creazione di una sorta di video-enciclopedia sul web, fatta di brevi videoclip e ispirata da Antonio Meneghetti, leader indiscusso Domenico Scilipotidell’ontopsicologia, “scienza” che si concentra sul ruolo della figura-chiave del nostro tempo: il leader.
Se il progetto balza agli onori della cronaca nel 2008 quando Peter Gomez racconta su “L’Espresso” che quei videoclip sono piuttosto indulgenti nei confronti di personaggi storici come Hitler e Stalin, è invece recentissima la “conversione” leaderistica di Mimmo Scilipoti, l’ex dipietrista “fulminato” dal carisma berlusconiano. Dettaglio: il Carneade siciliano sceso in campo in soccorso del vincitore «è anche il fondatore del cosiddetto “movimento olistico”, che altro non sarebbe che una prima bozza di un vero e proprio partito del new age italiano», dicono Del Vecchio e Pitrelli, segnalando che Scilipoti si sarebbe avvalso di un consulente di Damanhur, la setta piemontese che ha scavato un tempio sotterraneo a Vidracco, vicino a Ivrea, arrivando anche a condizionare la politica locale attraverso le liste “Con te per il paese” distribuite nell’intera vallata.
Per avere un’idea di come l’ontopsicologia vede la figura del leader, basta visitare il sito ispirato dal professor Meneghetti: il capo è il centro della vita sociale, ovvero «colui che sa individuare la proporzione di come si muovono i rapporti della vita e sa applicare, situazione per situazione, la formula giusta per risolvere e realizzare», sia nel contesto economico che in quello politico e culturale. Le tre caratteristiche del leader: la «evidente superiorità di potenziale umano», una «superiore conoscenza e prassi su attitudini o professioni particolarmente richieste dalla società locale», nonché «capacità superiore di realizzazione personale». Attraverso il Occulto Italiasondaggio del suo inconscio, l’ontopsicologia promette al leader di aiutarlo ad affrontare «in modo vincente» le coordinate del sistema sociale: globalizzazione del mercato, tecnologie digitali e capitale umano.
«La realtà o la conosci e la controlli, oppure la subisci», avverte l’ontopsicologo, che nella formazione dei manager punta su un’arma decisiva, l’intuizione, che è «infallibile». E se nel business si è operativi in modo cosciente solo 30%, aggiunge, c’è un 70% che sfugge al nostro controllo: l’ontopsicologia promette di fornire gli strumenti giusti per rimediare, promuovendo una vera e propria “rifondazione umanistica” basata proprio sul ruolo del leader, il dominatore mediatico della vita pubblica planetaria degli ultimi decenni. Dall’economia alla politica, fino al mondo – meno visibile – delle sette: quello di cui si occupa “Occulto Italia”. «La struttura verticistica e spesso autoritaria che c’è nelle sette – dicono Del Vecchio e Pitrelli – è un po’ il sogno proibito di qualsiasi leader politico, perché qualsiasi leader vorrebbe una schiera di propri parlamentari pronti ad agire e votare solamente al suo cenno». Specie in Italia, il paese delle “logge coperte”, dove il mondo politico è segnato da una «forte permeabilità alla spinta delle lobby settarie».
(Il libro: Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, “Occulto Italia”, Bur biblioteca universale Rizzoli, 507 pagine, euro 12,50. Info: www.beppegrillo.it).