È un libro che farà molto discutere, o almeno dovrebbe: i giornalisti Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli si sono documentati e indagano non tra barbuti santoni e streghe di provincia da cui la maggior parte di noi crede di essere al sicuro, ma tra movimenti, filosofie e religioni che hanno preso molto campo con l’appoggio di istituzioni e poteri mediatico-economici.
di David Fiesoli
http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2011/04/30/LT4PO_LT401.html
Il pericolo non si annida solo tra le Mamme Ebe di turno, ma anche a Damanhur, o nella Soka Gakkai, divenute realtà quotidiane e familiari. Secondo i due giornalisti che hanno scritto il libro le sette sono una realtà fin troppo ignorata e a volte appoggiata dalle istituzioni, che ogni giorno attira a sé uomini e donne, rovinando vite e famiglie I media le raccontano come piccole comunità di persone deboli plagiate da un “santone”, ma la realtà è più pericolosa.
“Non solo questi gruppi distruggono la vita di molti, ma trovano agganci fra parlamentari, imprenditori, uomini di spettacolo e professori – scrivono i due reporter, e fanno nomi e cognomi – Nelle nostre scuole si aggirano docenti formati da Scientology, che insegnano ai ragazzi con il bollino blu del governo; l’Ontopsicologia ha goduto dell’amicizia di Marcello Dell’Utri ed è stata indirettamente in affari con la Fininvest; Damanhur controlla alcuni comuni piemontesi; Il Movimento Umanista si fa partito e diffonde le proprie idee dalle file dell’Italia dei Valori; la Soka Gakkai (sede italiana a Sesto Fiorentino, ndr) copre il dispotismo verso gli adepti con il volto buono del buddismo radical chic”.
Ricco di documenti inediti e testimonianze dirette, dunque, il libro di Pitrelli e Del Vecchio prende di mira realtà importanti e squarci il velo dell’omertà: è la prima inchiesta italiana che non fa sconti, tracciando tra documentazioni e testimonianze una vera e propria mappa dei culti considerati pericolosi. Il reportage vuole sottolineare che certe sette non sono un fenomeno periferico, ma le trovi ovunque, in Regione o nel negozio sotto casa. Dentro ci restano impigliati non solo i pazzarelli, ma avvocati, medici, giornalisti, imprenditori, manager, politici e perfino psicologi e militari.