Qualche volta l’Italia ci sorprende. A Ferrara, per esempio. Sabato scorso il settecentesco Teatro Comunale ospitava il Premio Estense, 47esima edizione, un riconoscimento sponsorizzato dalla Confindustria locale che negli anni ha premiato personaggi come Ennio Flaiano, Giorgio Manganelli, Guido Piovene, Paolo Mieli, Ettore Mo, Enzo Biagi, Alberto Arbasino, Alberto Ronchey, Fernanda Pivano.
In finale anche quest’anno c’erano libri di nomi pesanti del giornalismo italiano – Mario Pirani (Poteva andare peggio) e Vittorio Feltri-Stefano Lorenzetto (Il Vittorioso) – e della politica (Fotti il potere, il testamento politico di Francesco Cossiga raccolto da Andrea Cangini).
Ha vinto, a sorpresa, l’intruso, il quarto finalista, Occulto Italia, la bella inchiesta sulle sette, i movimenti esoterici e il loro lavoro di lobbying sul Palazzo scritta da Gianni Del Vecchio, giornalista di Europa, e da Stefano Pitrelli, nostro storico collaboratore.
Non c’è stata storia. Il verdetto finale, 33 voti a favore su 44 (contro gli 8 del libro di Pirani e i 3 di Cangini), ha azzerato qualsiasi discussione, zittito ogni polemica.
di Giovanni Cocconi
SEGUE DALLA PRIMA
Il libro di Feltri-Lorenzetto è rimasto addirittura inchiodato a quota zero e l’ex direttore del Giornale è rimasto alla larga dalla città estense. «Sono contento che abbiano vinto due giovani un precario e un quasi precario» ha commentato Pirani, per la terza volta finalista a mani vuote.
Anche la stampa locale sembra esserci rimasta male. «Estense, vittoria a sorpresa» titolava domenica in prima pagina la Nuova Ferrara. Già, qualche volta vincono gli outsider. Qualche volta i premi giornalistico-letterari sono una cosa seria. Qualche volta la giuria (in parte “tecnica” e in gran parte popolare come a Ferrara) non si lascia incantare dal richiamo delle firme sopra il titolo. Sarà l’aria della provincia?