PALERMO, Italia – degli ultimi due uomini che si sono seduti nell’ufficio del Presidente in Sicilia, uno è stato condannato per alcuni crimini e l’altro sta passando tempi duri. Poi arriva il loro successore, Rosario Crocetta – il più improbabile politico che abbia mai governato il paese di Cosa nostra.
A tutto ciò, Crocetta risponde con un’alzata di spalle, dando la sua interpretazione della vittoria. Scegliendo lui, i siciliani hanno provato a loro stessi di essere pronti ad abbracciare una soluzione “radicale” all’annosa piaga delle famiglie criminali dell’Isola.
“La liberta’ è quel momento in cui puoi metterti in piedi e ribellarti”, dice Crocetta. “La Sicilia si è alzata ed è stabile sui suoi piedi. Cosa sta succedendo qui? Una rivoluzione culturale. Non so se avremo successo, ma è arrivata l’ora di provarci”
“Sposato con la Sicilia”
Armato di un gabinetto popolato da donne e che include minoranze etniche e sessuali,Crocetta ha cancellato i contratti di stato avvelenati, piazzando un giudice anti-mafia a capo di uno dei maggiori dipartimenti pubblici e spingendo su una legge che aiuti a testimoniare contro i crimini di mafia. Ha anche aperto dei canali di comunicazione con la Procura nazionale a Palermo, il che avrebbe portato all’apertura di 20 indagini.
Ha con lui una scorta di sicurezza 24 ore su 24 e una strategia protettiva che include un cambio molto frequente di una sistemazione per dormire. Sostiene che fino ad ora il suo più grande impegno è stato dipanare una matassa di milioni di euro di fondi non utilizzati e di pessimi accordi lasciatigli dai suoi predecessori.
“Tutti quanti mi vogliono”, dice Crocetta, lamentandosi comicamente nel suo ufficio quando un assistente gli passa una nota che lo informa dell’ennesima telefonata. “Oh no, lei no”, dice con una smorfia quando scopre chi è al telefono: “E’ totalmente nevrotica e suo figlio è sostanzialmente gay”.
Per l’aspetto e i modi di fare, ricorda Harvey Fierstein, se Harvey Fierstein avesse ricoperto la parte di un governatore siciliano anti-mafia concorrendo per l’Oscar. La sua sessualità raramente è diventata un problema dominante durante la sua campagna elettorale, ma ci fu un indizio che lasciava presagire rogne.
Un giornale schierato a destra spesso si riferiva a lui come al “candidato omosessuale per la presidenza”. Crocetta spiega che i suoi avversari politici hanno segretamente distribuito foto false che lo ritraevano apparentemente intento in atti sessuali. A un certo punto, conquista le prime pagine nazionali quando promette che in caso di elezioni si sarebbe astenuto dal far sesso e avrebbe “sposato la Sicilia”. Il suo commento, preso alla lettera in tutto il Paese, era in realtà una risposta sarcastica a un giornalista interessato alla sua vita privata.
“È stata la più grossa idiozia mai sentita nella mia vita”, è così che si riferisce Crocetta all’ossessione nazionale per il suo “voto di castità”. “Chiaramente non dicevo sul serio. Beh, quanto meno sulla parte del non fare sesso. Io sono sposato con la Sicilia”.
Come il presidente Obama con i problemi razziali, Crocetta si trova nel mezzo del vortice di colore che lo vedono come troppo omosessuale e coloro che non lo considerano omosessuale abbastanza. Quest’anno ha autorizzato l’uso dei fondi pubblici per il Gay Pride di Palermo ed è diventato il primo presidente siciliano ad averne preso parte. Ma non ha messo le leggi in favore dei diritti degli omosessuali in cima ai punti della sua agenda. E si è dichiarato personalmente favorevole ai matrimoni gay, aggiungendo però che la “Sicilia non è ancora pronta a tutto questo”.
Una lotta personale
Crocetta, figlio di un indigente negoziante e di una sarta, racconta che la sua vendetta contro la mafia prende forma decenni fa. Quando lavorava in uno stabilimento petrolchimico siciliano, scoprì quanto era profonda l’infiltrazione mafiosa nel business locale. Nel 1990, Crocetta si oltraggiò per un attentatato di mafia che portò alla morte di 8 ragazzi nella sua città natale, Gela. Due anni dopo, il comune fu sciolto dalle autorità nazionali per essere stato senza speranza nelle mani del crimine organizzato.
Nel 2002, Crocetta iniziò la sua corsa a sindaco di Gela e fu dichiarato vincitore solo un anno dopo a causa di una frode elettorale. Mise su un programma per aiutare le attività commerciali costrette a pagare regolarmente la mafia in cambio di protezione. Dopo la sua rielezione nel 2005 e il periodo in cui è stato membro del Parlamento europeo, Crocetta ha deciso lo scorso anno di concorrere al posto di presidente facendosi forte di un unico programma: “Essere contro la mafia”.
Crocetta spiega che ha dovuto pagare un pedaggio per la sua battaglia. Nel 2010 ha dovuto cercare una terapia dopo la morte di sua madre: la donna aveva smesso di mangiare dopo aver sentito sui telegiornali che la mafia complottava per la morte del figlio. “E’ morta 40 giorni dopo”.
I suoi avversari sostengono che l’immagine che Crocetta dà di sé è troppo bella per essere vera. Ma se i suoi primi mesi come governatore possono fare in qualche modo da indicazione, i pm antimafia dicono che il presidente si trova sulla strada giusta.
“Ci dà un costante flusso di informazioni, chiedendo ai suoi assessori di collaborare con noi e chiamando personalmente o venendo a trovarmi”, racconta Leonardo Agueci, procuratore aggiunto di Palermo. “Non so dire ancora dove andrà a finire tutto ciò, ma posso dire che non si è mai visto prima qualcosa di simile da parte di un governatore (siciliano).
Traduzione a cura di Alessia Bellomo.