Toh, le auto blu calano davvero

Stefano Pitrelli, L’Espresso

 

 

 

PRIVILEGI / Abbiamo contato le ammiraglie dei politici ai funerali di stato del sergente Silvestri: molte meno rispetto agli altri eventi simili del passato. Ecco chi ha esibito ancora il suo status e con quali modelli.

«Ma che è, la prima di un film?» commenta un cameraman appostato all’ingresso della basilica romana di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. E in effetti a margine dei funerali del sergente maggiore Michele Silvestri – il 26 marzo – la passerella di autovetture di lusso intorno a piazza della Repubblica era davvero notevole. A differenza di una prima cinematografica, però, qui si tratta esclusivamente di auto blu. Tanti, perlopiù recenti o ultimissimi modelli delle migliori case automobilistiche, che vanno pian piano a riempire l’ex piazza Esedra, incrostando lo spazio intorno alla fontana delle Naiadi come se fosse il più prezioso degli autoexpo. Sono proprio i funerali ai caduti in guerra l’occasione per il falò delle vanità di Stato.

Ma il falò non brucia più come una volta. In epoca montiana, intorno a Piazza della Repubblica le auto blu sono meno di un tempo: cento-centocinque al massimo. Comunque troppe, probabilmente, ma fino a un anno fa era molto peggio. Ad esempio: in un’occasione simile, nel 2006 (epoca del secondo governo Prodi) ne avevamo contate 215; e addirittura 259 erano nel 2010, durante lo sfarzo del Berlusconi quarto.

I modelli più comuni che giravano intorno alla rotonda per riversare sul sagrato della chiesa le autorità – istituzionali, politiche e a cinque stellette – sono stati innanzitutto le serie 5 della Bmw. Come quella da cui è uscito Corrado Passera, ministro dello sviluppo economico (solo di queste se ne sono viste fermare una decina).

Fioccavano anche le Audi A8: almeno sei, da una delle quali è sceso il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola (seguito da una scorta a bordo del medesimo modello). Lancia Thesis anche gettonate, a partire da quella presidenziale di Giorgio Napolitano, passando per altre cinque, una delle quali aveva a bordo il ministro del lavoro Elsa Fornero (seguita da scorta su una Subaru Legacy, modello del quale si sono intraviste un altro paio di vetture). Poi una con la bandierina della Camera e una del Senato.

Ancora: cinque Volskwagen Passat, quattro Alfa 154 e quattro Fiat Bravo, tre Lancia Lybra e una fiammante Mercedes S300 grigia. C’era anche una Punto, e una Lancia Phedra. Più uno scudo, un ducato e qualche altro furgoncino.

Curiosamente, per la cinquantesima vittima italiana in Afghanistan, sono calate non solo le auto blu, ma anche le presenza dei politici più in generale. Il governo era rappresentato da Di Paola, Passera, la Fornero e da Piero Giarda, ministro dei rapporti con il parlamento. Accanto al Presidente Napolitano c’era il presidente del Senato Renato Schifani. C’era pure Massimo D’Alema, ex ministro degli esteri e presidente del Copasir, e Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, che hanno fatto discretamente capolino alla funzione. E ovviamente Gianni Alemanno, in qualità di sindaco della Capitale. Ma per il resto, gli alti papaveri di partito – e con loro il solito codazzo di giornalisti – ai tempi del governo tecnico disertano i funerali di Stato.

Sorpreso anche un vigile urbano, pure un veterano di questi eventi. Per la prima volta, spiega, non hanno dovuto predisporre spazi molto ampi: le auto blu erano concentrate intorno alla piazza, ma il loro parcheggio, a differenza del passato, non si estendeva oltre.

(L’Espresso, 4/4/2012)