Stefano Pitrelli, L’Huffington Post
Fino a 550 fra agenti in servizio ed ex poliziotti sono stati chiamati dal Ministero dell’Interno a una visita medica per il rischio amianto a bordo degli elicotteri “inquinati” in dotazione alla Polizia di Stato. Con l’ammissione esplicita di non averli informati a suo tempo.
“Non può escludersi, almeno per il passato, che taluni operatori della Polizia di Stato dei Reparti Volo, non a conoscenza del rischio, possano essere stati esposti a livelli superiori di fibre di amianto rispetto ai limiti sopraindicati”.
In particolare le visite potranno riguardare — si legge nella circolare recentemente diffusa dalla Direzione Centrale di Sanità del Dipartimento Pubblica Sicurezza (vedi documento allegato) — gli equipaggi di oggi e di ieri. E cioè:
“[Chiunque] risulti essere stato esposto al rischio sia pur occasionalmente, [ma anche chiunque] ne faccia espressamente richiesta segnalando condizioni di esposizione non note alla direzione del Reparto (es.: interventi di manutenzione con potenziale esposizione non documentati perché svolti in anni precedenti o perché non espressamente previsti dalle funzioni proprio della qualifica posseduta e/o del profilo di appartenenza)”.
Insomma, se tu poliziotto lavori o hai mai lavorato intorno a un elicottero all’amianto, il ministero ti invita (“su base volontaria”) a farti fare un controllo. Visto che a volte non basta schivare un proiettile.
Perché il Viminale ha cambiato idea
Qui il Viminale di Alfano compie una netta inversione a U rispetto a meno di un anno fa, quando i suoi stessi funzionari asserivano che gli eliveivoli della polizia fossero in qualche modo “diversi” rispetto a quelli delle Forze Armate, e che in sostanza il problema amianto — a bordo dei propri — non sussistesse. Teoria presto smentita dai loro colleghi della Difesa.
Che cosa è cambiato da allora? Si sono letti i giornali: come si ammette nella stessa circolare — datata 14 maggio 2014 — “recentemente si è venuti a conoscenza [fra documenti AgustaWestland, inchieste giudiziarie e “organi di stampa”] della presenza di componentistiche contenenti amianto in alcune parti degli elicotteri in dotazione ai Reparti Volo della Polizia di Stato”.
Chi sono i poliziotti interessati dalle visite mediche
A fornire una misura precisa del numero di agenti attualmente in servizio potenzialmente coinvolti da queste visite mediche ci aiuta il sindacato di polizia Siap, che — come ricorda il segretario generale Giuseppe Tiani — rappresenta il grosso degli elicotteristi fra i poliziotti:
- 146 piloti degli 11 Reparti Volo
- +295 specialisti degli 11 Reparti Volo
- +37 unità del Dipartimento Settore Aereo
TOT: 478 agenti di polizia
(Fonte: elaborazione HuffPost su dati SIAP, maggio 2014)
“Bisognerà confrontare i risultati delle visite mediche con quelli dei testi effettuati durante la prima idoneità di volo, per verificare che nel tempo le condizioni mediche del singolo poliziotto non siano peggiorate” — avverte Tiani.
Dal Coisp invece arriva una stima comprensiva anche degli agenti “in quiescenza”, o di quelli che nel frattempo hanno cambiato lavoro: si arriva così a circa 550 fra poliziotti ed ex poliziotti interessati dai controlli. “Giovedì la nostra delegazione sindacale avrà un incontro con il nuovo direttore del servizio aereo per fare un punto della situazione — spiega il segretario Franco Maccari — La scossa l’abbiamo data anche grazie a voi, ma non basta. Questa circolare serviva a darci un minimo di risposta. In realtà non ha sostanza. Non servirebbe emanare circolari per spiegare l’ovvio. Basterebbe applicare la legge, la 81-08”.
Intanto, pur correndo i medesimi rischi, tanti altri elicotteristi delle nostre Forze Armate una visita medica oggi ancora se la sognano. Lo spiegava poco tempo fa all’HuffPost uno specialista della Marina Militare, cioè uno dei tanti piloti e tecnici che lavorano a bordo degli elicotteri “inquinati” dall’amianto: “La sorveglianza sanitaria per chi è stato esposto durante l’attività operativa non esiste. Costerebbe parecchio… Possono anche venirmi a dire che le fibre aerodisperse sono entro i limiti di legge, ma quando cambio una guarnizione si sprigiona fibra. E pure per un istante, l’ho respirata. Ma questo, a chi come me lavora sugli elicotteri, finora non è mai stato riconosciuto. Ufficialmente, io non sono mai stato esposto”.
Il problema è ben noto a Luca Marco Comellini, segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia, cioè quanto di più vicino a un sindacato dei militari sia lecito avere in Italia. “Sul tema, a parte l’Aeronautica militare che come sappiamo ha costituito un ‘comitato amianto’, Esercito, Marina Militare, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno taciuto — denuncia Comellini — ed è bene ricordare che non si è avuta alcuna notizia di interventi da parte dei rispettivi organismi di rappresentanza militare.
La risposta del Ministero dell’Interno, quindi, seppur parziale e non risolutiva, è comunque un ottimo risultato ottenuto dai sindacati di polizia che decisero di affrontare immediatamente il problema da noi sollevato lo scorso agosto 2013. Purtroppo non sappiamo se nei confronti del personale delle forze armate e forze di polizia a ordinamento militare, che non può godere delle tutele effettive ed efficaci che possono offrire le organizzazioni sindacali, verranno avviate le stesse procedure di accertamento. Intanto non gli resta che affidarsi alla buona sorte. Oppure agli avvocati”.
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Qui di seguito, tutte le puntate precedenti dell’inchiesta, dalla prima alla più recente
8 Agosto 2013 / Elicotteri all’amianto: 10 domande a cinque stelle
21 Agosto 2013 / Elicotteri all’amianto, il Ministero della Difesa verso un’indagine interna
10 dicembre 2013 / L’Inail conferma. Interrogazione del movimento 5 Stelle