ATTUALITA’ / Tagliandi non rinnovati. Oppure falsi. Aumenta il numero delle auto che viaggiano senza assicurazione.
Autunno. San Giovanni a Teduccio, Napoli. Una pattuglia dei carabinieri lavora sodo per fermare i ragazzi in motorino senza casco. La battuta di caccia è andata bene: 30 in una sola giornata. Così si chiama il carrattrezzi per portarli via. Ma quando arriva,incuriosito dalla fotocopia in bianco e nero sul parabrezza, all’appuntato viene lo scrupolo di controllare l’assicurazione. Che si rivela falsa. Quando nemmeno il carrattrezzi comunale ha le carte in regola, capisci che in Italia c’è qualcosa che non va.
Ce lo dicono i numeri forniti da polizia stradale, carabinieri e guardia di finanza: fra auto, camion, autobus, moto, motorini e affini, i veicoli senza copertura assicurativa o col tagliando falso sono quasi 100mila in tutta Italia. E stiamo parlando solo di quelli fermati dalle forze dell’ordine nel 2008, cresciuti dell’8 per cento rispetto all’anno precedente. A questi bisognerebbe aggiungere tutti quelli controllati dai vigili urbani per le strade delle nostre città, e i tanti che l’hanno fatta franca. Vere mine vaganti: ti investono, e non paga nessuno.Serve a questo il Fondo di garanzia per le vittime della strada, che offre una piccola consolazione (non più di 500 euro al malcapitato), ma anche altre cattive notizie. Le loro cifre confermano questa tendenza: dal 2006 al 2007 gli incidenti causati dai non assicurati, e da loro risarciti, sono passati da 12.124 a 14.891, con un picco del 18,5 per cento.
Per le strade, insomma, sempre più gente viaggia “senza”, prediligendo alla sicurezza del prossimo il proprio risparmio economico. L’Rc auto non costa poco: un diciottenne che assicura per la prima volta l’auto, a Milano paga 1.800 euro, a Palermo 2 mila, a Roma 2.300, fino ai 3 mila di Napoli. Non va meglio agli automobilisti un po’ più navigati. Per esempio un 28enne di “sesta classe” paga dagli 800 ai 1.100 euro. «In tempi di crisi, l’auto è una delle cose di cui non si può fare a meno,ma è anche una delle spese che più comincia a pesare sulle famiglie», spiega Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo: «Anche se nell’ultimo anno si sta verificando una leggera inversione di tendenza, resta il problema di polizze appesantite da dieci anni di continui rincari. E che quindi vanno a gravare sui redditi medio bassi. Nel 2009, l’evasione non diminuirà certo, fra i sempre più numerosi disoccupati, cassintegrati e precari». Ossia gente normale, non criminali. Lo conferma il tenente dei carabinieri Salvatore Luciano, che a Vallo della Lucania, nel salernitano, sta portando avanti l’operazione “BonusMalus”. Spiega: «Il mercato delle assicurazioni false è in forte aumento, sia per la crisi che per i costi delle polizze. E non riguarda i soliti delinquenti, ma quelli che non arrivano a fine mese». Non solo. Anche chi ci arriva a volte preferisce non pagare. «Ultimamente», conclude il tenente, «abbiamo sequestrato due automobili di grossa cilindrata a signori benestanti».
Se ci fossero ancora dei dubbi sulla trasversalità del fenomeno, basti pensare a quel corriere di Alba, provincia di Cuneo, beccato a un posto di blocco dei carabinieri con l’assicurazione dello stesso furgone aziendale scaduta da tempo. A volte, quindi, non pagano nemmeno le aziende. Poveri, ricchi, imprese, tutti allergici al tagliando. Al Nord, come al Centro e al Sud. La polizia municipale di Verona, spiegano quelli dell’osservatorio PoliziaMunicipale.it e dell’Anvu, unici in Italia a tenere i conti, ha visto crescere vertiginosamente il numero dei senza assicurazione: 234 nel 2006, 397 nel 2007, 435 nel 2008. Allo stesso tempo i vigili milanesi si sono trovati a fronteggiare il boom delle polizze contraffatte: dalle 219 del 2006 alle 330 del 2008. Non va meglio a Roma, dove nel 2008 sono salite a 7.939. Solo a Cagliari la situazione è in controtendenza, con i verbali in netta diminuzione. La “normalità” ritorna però a Bari: qui dalle 442 segnalazioni del 2006 si è passati alle 574 di quest’anno. A tutto questo bisogna aggiungere naturalmente chi vive ai margini della società, se non della legalità. A cominciare dagli immigrati clandestini che per forza di cose si trovano a non avere i dati con cui riempire i moduli delle compagnie. Come il serbo che a Gallarate è stato fermato da una pattuglia della polizia senza assicurazione (né patente). O come i due maghrebini che a Reggio Calabria zigzagavano con lo scooter fra le auto senza tagliando (né casco né patente). E ancora: a Montesilvano, Pescara, i carabinieri hanno fatto portare via dal carrattrezzi sette utilitarie intestate ad altrettanti rom, e non assicurate.
Se fosse solo questione di clandestini, o di frange di illegalità, il fenomeno sarebbe circoscritto. Invece non lo è. Il vero pericolo per i pedoni, gli automobilisti e gli stessi agenti, in effetti non è lo spacciatore preso dai vigili modenesi con più di otto chili di hashish e neanche un grammo di bollino. Ma tutti quelli che per sfuggire ai controlli sgommano ai posti di blocco. O quelli che, al momento di un incidente, pur di non pagare di tasca loro fuggono via, magari lasciando un ferito a terra. «Una delle principali ragioni per cui si scappa, su due o quattro ruote, oltre alla guida in stato di ebbrezza, è sempre più spesso la mancanza di assicurazione o il contrassegno falso. Ce lo segnalano molti colleghi», racconta Giordano Biserni dell’Asaps, Associazione sostenitori amici polizia stradale. Tragico il finale a Palermo per due diciassettenni sul motorino senza copertura, che per eludere il posto di blocco hanno preso una strada contromano, schiantandosi contro un auto.
Per arginare l’aumento di chi guida “senza”, spesso s’invocano più controlli delle forze dell’ordine. Non l’Ania, l’associazione delle compagnie assicurative, che propone una strada alternativa. «Basterebbe incrociare i nostri dati sui veicoli assicurati con le immatricolazioni del Pra. La differenza, depurata da chi ha l’auto ferma in garage senza assicurazione, dovrebbe essere un numero abbastanza fedele. Soluzione semplice, che però necessita di un intervento normativo. «Finora», sottolinea il responsabile auto Vittorio Verdone, «siamo rimasti inascoltati». Le stesse assicurazioni, però, a volte più che la soluzione rappresentano una parte del problema. «Ci sono casi in cui le compagnie non querelano i falsamente assicurati», confida una fonte di un importante gruppo assicurativo nazionale, «ma senza querela il trasgressore resta virtualmente impunito. Il fatto è che con un processo penale si finisce solo per perdere tempo e denaro, quindi alcuni si tirano indietro». Il trasgressore risparmia, le compagnie risparmiano e a pagare resta solo il cittadino onesto che ci finisce in mezzo.
(L’Espresso, 6/2/2009)