Stefano Pitrelli, L’Huffington Post
Una fiaba ambientata durante l’Olocausto suona un po’ come un paradosso, soprattutto se il pubblico per cui è scritta sono veramente i bambini. Eppure “La bambina nascosta” (ed. Panini) ci riesce. E lo fa perché — più vicino ad Anna Frank che a Benigni — non c’è niente di surreale, di giocoso o magico nella storia che racconta.